Non importa se estate o inverno, mare calmo o mosso, ma ancora nella notte i marinai lasciano le case con un fagottino sotto il braccio per dirigersi verso il porto; in banchina sembra tutto immobile, all’improvviso le cabine si illuminano, parte qualche motore, un viavai di uomini tra prua e poppa e la barca è già pronta a mollare gli ormeggi. Lentamente si guadagna l’imboccatura del porto e subito dopo motori al massimo verso il mare aperto per raggiungere prima di altri la zona prescelta dal comandante (armatore) in base a conoscenze tramandate di padre in figlio e al lungo praticantato; ora questo compito è facilitato, le barche comunicano tra di loro e a terra segnalandosi la posizione del pesce e una sofisticata strumentazione permette la precisa localizzazione delle barca.

La “calata” della rete è operazione veloce e pericolosa (si rischia di rimanervi impigliati) ma nello stesso tempo delicata (la rete deve essere ben adagiata sul fondo); durante il tiro, il comandante deve evitare a memoria le “presure” relitti (imbarcazioni, aerei, ecc.) dove la rete potrebbe rimanere impigliata.




Dopo 3-4 ore di "strascico", la barca si arresta ed iniziano le operazioni di “salpamento”; con un potente verricello viene issata a bordo “la saccata” e il suo contenuto rovesciato a poppa.
Mentre la barca riparte, inizia la cernita del pesce migliore nelle “coffe”, grosse ceste in plastica (una volta in vimini), quindi il rimanente sistemato in cassette e stivato in cella frigorifera, un’altra parte del pescato costituirà la “scafetta” come incentivo per i marinai, il restante, circa il 30%, viene rigettato in mare perché troppo piccolo.
Terminato lo stivaggio e in attesa della “salpata” successiva, gli addetti alle pulizie lavano la coperta, il motorista controlla il motore, l’armatore in plancia dirige la barca, il cuoco provvede al sostanzioso pasto a base di pasta con pesce lavato e cucinato con acqua di mare e vino, servito come tradizione in piatti di metallo “camillini".
Calata, salpata e cernita si sussuegono fino al pomeriggio quando si rientra in tempo per poter partecipare al sorteggio per la vendita all’asta; con sapienti manovre di “cime, gomene e nodi”, la barca viene ormeggiata alle “bitte” in banchina, il pescato viene rapidamente scaricato dagli “sbalzocchi”, facchini del vicino mercato, e qui dopo controllo sanitario, venduto.

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