

Sono pochi a Pescara e forse su tutto il litorale abruzzese, quelli che non hanno mai sentito parlare di lui o delle sue “imprese”, come quella di tuffarsi dal ponte a capodanno; la sua immagine è strettamente legata al nostro mare, alla nostra città, un autentico “tipo da mare” tra la moltidudine di anonimi baleneatori (commercianti) che oggi in qualche modo gestiscono la nostra spiaggia.
Personalmente credo di averlo sempre conosciuto, appartenevo alla sua stessa “parrocchia” e il suo stabilimento era adiacente a quello dove mia mamma mi portava al mare; allora, per noi giovani “marinari” Eriberto era un riferimento le sue “gesta” facevano eco e noi facevamo a gara per ingraziarci le sue attenzioni.
Eravamo manovali alle sue numerose iniziative balneari (ora per la creazione di un grande scivolo in acqua, o di una zattera per tuffi, ora per un pontile, un’altalena gigante o per gli anelli da ginnastica) per ricordardarne alcuni; il solo scopo era ricevere in cambio un’uscita con la sua paranza, con il moscone doppio da corsa, con il sandolino (nostra tipica canoa) o per provare con lui l’ebrezza dello sci nautico.
Prima di godere di questi “privilegi”, però con lui c’era comunque sempre da superare una qualche prova fisica: essere lasciati al largo in mare e tornare a nuoto sotto sua scorta, essere semi-affogati con la testa in acqua per più tempo possibile, chiudere il maggior numero di ombrelloni in minor tempo, ecc., ma ciò nonostante eravamo contenti e tra di noi ci si vantava di volta in volta, di aver superato (subito) una prova sempre più dura.
Eriberto, in fondo, è stato un protagonista della nostra spiaggia, per le sue originali iniziative in qualche modo un precursore di molte moderne attivita balneari, ma sempre rispettoso di un mare da amare.




2 commenti:
franco, sempre poetico!
viva eriberto!!!!
doveroso omaggio, a breve uno su "Grazia", veri personaggi da mare della nostra spiaggia
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