giovedì 26 aprile 2012

UN TUFFO NEL PASSATO DELLA PESCARA BALNEARE

Dopo aver ricordato Eriberto (post del 25/11/08), sono da ricordare altri due personaggi storici del mare pescarese degli anni '60, due donne: l'una del Centro l'altra di Borgo Marino

La prima era Grazia Masciarelli "Grazia la marinara" famosa per le sue sembianze mascoline; la ricordo grossa, muscolosa e con la voce rauca, ma al tempo stesso era a suo modo femminile: indossava la gonna, aveva un petto pronunciato, portava i lunghi capelli con il "tuppo"
La sua attività giornaliera si divideva tra i lavori di spiaggia e la pesca nel tardo pomeriggio; con la sua barca a remi si allontanava solitaria in mare e al rientro, dopo aver da sola riposto la barca, vendeva il pescato.
Ormai stanca e non senza una certa civetteria, concludeva il rituale quotidiano con una fumata del suo irrinunciabile mezzo Toscano, seduta davanti all'ingresso del suo omonimo stabilimento (oggi anonimo Saturno che purtroppo non ne conserva alcuna traccia)













Così seduta fu immortalata da V. Michetti nel 1958; la grande statua bronzea si trova oggi abbandonata in un angolo buio della sala consiliare del Comune di Pescara senza alcuna indicazione del personaggio e del suo autore
La seconda era soprannominata "la garibalda" per il suo temperamento; era una pescivendola dal carattere battagliero, divenne famosa perchè era il simbolo della tifoseria calcistica tanto da essere nominata presidente onorario della Pescara Calcio (purtroppo è quanto, ma eventualmente torneremo sull'argomento con altre informazioni e foto)

martedì 20 marzo 2012

LA COSTA DEI TRABOCCHI E D'ANNUNZIO - 4^ Parte

Chiudiamo con il brano forse più poetico, una vera e propria "Saggezza d'aMare" con foto storiche del trabocco e di un suo personaggio ormai vecchio: uno dei figli di Turchinije, "Fijurinde di Turchinije" 1875/1963





..."La lunga e pertinace lotta contro la furia e l'insidia del flutto pareva scritta su la gran carcassa per mezzo di quei nodi, di quei chiodi, di quegli ordigni. La macchina pareva vivere d'una vita propria, avere un'effigie di corpo animato. Il legno esposto per anni ed anni al sole, alla pioggia, alla raffica, mostrava tutte le fibre, metteva fuori tutte le sue asprezze e tutti i suoi nocchi, rivelava tutte le particolarità resistenti della sua struttura, si sfaldava, si consumava, si faceva candido come una tibia o lucido come l'argento o grigiastro come la selce, acquistava un carattere e una significazione speciali, un'impronta distinta come quella d'una persona su cui la vecchiaia e la sofferenza avesser compiuta la loro opera crudele." ...





















lunedì 12 marzo 2012

D'ANNUNZIO E LA COSTA DEI TRABOCCHI - 3^ Parte

Con questa foto del 1900 dell'Eremo con "Candia" (tratta dal libro "Trabocchi, Traboccanti & Briganti"), riprendiamo il racconto da dove avevamo lasciato.



Più in avanti il poeta ci offre una sua puntuale descrizione del trabocco "Turchino"






"A destra e a sinistra sorgevano dalla scogliera le due maggiori antenne verticali, sostenute alla base da piuoli di tutte le grossezze, che s'intersecavano, s'intralciavano congiunti tra di loro per mezzo di chiodi enormi, stretti da filo di ferro e da funi, rinforzati con mille ingegni contro le ire del mare. Due altre antenne, orizzontali, tagliavano in croce quelle e si protendevano come bompressi, di là dalla scogliera, su l'acqua profonda e pescosa. Alle estremità forcute delle quattro antenne pendevano le carrucole con i canapi corrispondenti agli angoli delle rete quadrata. Altri canapi passavano per altre carrucole in cima a travi minori; fin negli scogli più lontani eran conficcati pali a sostegno dei cordami di rinforzo; innumerevoli assicelle erano inchiodate su per tronchi a confortarne i punti deboli." (pag.326)

lunedì 5 marzo 2012

4 MARZO 1943/2012



L'addio al compagno marinaio





O Dalla ciao, Dalla ciao, Dalla ciao, ciao, ciao!

mercoledì 29 febbraio 2012

Parole e immagini da un pescatore

Con un pò di ritardo , ma con piacere vi posto un prima parte di quanto inviato alla mail dall'amico Fabrizio

innanzitutto il blog è bellissimo e mi iscrivo subito in secondo luogo ti invio alcune foto.
ANCHE QUESTO E' MARE
da sinistra verso destra sono riconoscibili: minguzzi e marcello (primo e secondo portiere del pescara di allora) fabrizio bevilacqua, fausto di tonto e fabrizio crisante.
dimenticavo!
la musica e proprio OK, ma a forza di condividere tutte queste passioni con te sto realizzando di essermi fatto vecchio.
ciao fabrizio (3° da destra)

















Pescato e cucinato!!!





venerdì 24 febbraio 2012

D'ANNUNZIO E LA COSTA DEI TRABOCCHI - 2^ Parte

Proseguendo nel racconto D'Annunzio si sofferma nella descrizione dei Traboccanti Luigi Di Cintio "Turchinije" (nere accom'è nù turche) proprietario dell'omonimo Trabocco (1838) e i figli Nicola "Colucce" (1859/1934) e Florindo "Fijurinde" (1875/1963)


..."Chi è Turchino? - L'uomo del trabocco?
- Sì, signore. Guarda là. Se hai buona vista, lo puoi scorgere. Stanotte pesca con la luna.
E Candia indicò su la scogliera nerastra la grande macchiana pescatoria composta di tronchi scortecciati, di assi e di gomene, che biancheggiava singolarmente, simile allo scheletro colossale di un anfibio antidiluviano ...
Per mezzo all'intrico delle travi e dei cordami apparivano i pescatori chini verso le acque, fissi, immobili come bronzi"... (pag.219)

..."I suoi figliuoli erano giovani oltre i vent'anni, scarni, riarsi, tenuti da una continua inquietudine muscolare, come i demoniaci. Tutti i loro moti parevano contrazioni convulsive, sussulti; e si vedevano a tratti i muscoli tremare sotto la pelle ...
I figliuoli si accinsero a muovere l'argano.
Per gli interstizi dell'assito si vedeva brillare e spumare l'onda. In un angolo della piattaforma sorgeva una capanna bassa, col tetto in paglia, spiovente, il cui vertice era difeso da una fila di tégoli rossi e ornato d'un toppo di quecia scolpito in forma d'una testa bovina, con infisse due grandi corna - contro il maleficio"... (pag.325-326)

..."L'argano strideva girando per l'impulso delle quattro leve; e tutta la macchina tremava e scricchiolava allo sforzo, la vasta rete emergendo a poco a poco su dalla profondità verde con un luccichio aurino.
- Nulla! - mormorò il padre vedendo il fondo vacuo della rete salire a fiore dell'acqua.
I figliuoli lasciarono le leve a un tratto; e l'argano girò stridendo più forte, battendo l'aria con la violenza delle sue quattro braccia capaci di spezzare in due un uomo. La rete si sommerse. Tutti tacquero"... (pag.326-327)

venerdì 17 febbraio 2012

D'ANNUNZIO E LA COSTA DEI TRABOCCHI - 1^ Parte

Nell'estate del 1889, D'Annunzio era ospite di Francesco Paolo Michetti a Francavilla, ma mal sopportova l'assenza della sua amante Barbara Leoni; F.P. Michetti, per l'intimità dei due, allora affittò una casa rurale su un promontorio in prossimità di San Vito. D'Annunzio vi si rifugiò subito per dedicarsi ala sua "musa" ispiratrice e alla stesura de "Il trionfo della morte"; nel romanzo (finito nel '94) si ritrovano descritti con precisione e lirismo la casa, l'eremo, il trabocco e i traboccanti di questo tratto di costa sanvitese che anno ispirato parte della storia.



... "Trovò l'Eremo a San Vito, nel paese delle ginestre, su l'Adriatico. Trovò l'Eremo ideale: una casa costrutita in un pianoro, a mezzo del colle, tra gli aranci e gli olivi, affacciata su una piccola baia che chiudevano due promontorii ... La casa non ad altro serviva che ad albergare forestieri nella stagione dei bagni, secondo l'industria comune del contado di San Vito, lungo la costa" ... (p.153-154)


... "Distava circa due miglia dal borgo, all'estremo confine d'una contrada detta delle Portelle, in una solitudine raccolta e benigna come un grembo. Ciascuno dei due promontorii era traforato; e si scorgevano dalla casa le aperture delle gallerie. La strada ferrata correva dall'una all'altra, in prossimità del lido, per una lunghezza di cinque o seicento metri, in linea retta. Dall'estrema punta del promontorio destro, sopra un gruppo di scogli, si protendeva un Trabocco, una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e di travi, simile a un ragno colossale" ... (p.154)